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Alice e la vita "Non esistono essere umani di serie b"

Mi chiamo Alice Rossi, e sono una ragazza di 18 anni. Da un mese ho iniziato la mia prima esperienza di volontariato al Centro di Aiuto alla Vita (CAV) di Alzano Lombardo e devo dire che mi sta già dando molto.

Fin da piccola sono stata educata al rispetto della vita, e la battaglia per la sua difesa è sempre stata qualcosa che ha occupato una parte importante di me, prima da un punto di vista umano e poi, quando ho abbracciato la fede cattolica, anche da un punto di vista religioso. Ho sempre trovato assurdo il fatto che il mondo si permetta di parlare di diritti umani quando chiude gli occhi di fronte al diritto più importante di tutti, il diritto alla vita. Ho sempre percepito la disumanità di una legge che consente ad una madre di uccidere il proprio figlio, una creatura unica, irripetibile e indifesa... e tutto ciò nonostante la scienza stessa ci insegni che la vita inizia al momento del concepimento.

Ho avuto modo di rendermi sempre più conto di quanto l'IVG siauna legge discriminatoria che classifica gli uomini in esseri umani di serie A e di serie B definendo più "legittima" l'uccisione di un bambino affetto da qualche malattia e permettendo all'uomo, incapace persino di far battere il proprio cuore, di disporre della vita altrui.


Da ragazza,mi sono arrabbiata per il fatto che il mondo inganni le donne, presentando l'aborto come una soluzione, una conquista di libertà, e non come un dramma innaturale che dilania l'anima delle madri, spesso portate ad abortire su pressione della famiglia e poi lasciate sole con tutte le conseguenze psico-fisiche che questa decisione comporta.

Per tutti questi motivi ho sempre cercato di prendere una posizione chiara su questo tema, di combattere nella mia quotidianità per difendere i miei fratelli più piccoli e per la vera libertà delle donne partecipando a dibattiti,conferenze e iniziative a favore della vita, come ad esempio la Marcia per la Vita a Roma. Tuttavia ho sempre sentito dentro di me quanto tutto ciò che facevo fosse insufficiente confronto al mio desiderio di difendere la vita nel modo più concreto possibile. Fortunatamentedelle persone a me molto care mi hanno fatto conoscere la realtà del Centro di Aiuto alla Vita,un'associazione che accoglie madri in difficoltà fornendo aiuto materiale, supporto psicologico ed economico a coloro che scelgono di farsi aiutare, operando all'interno di Consultori Familiari pubblici ed ospedalieri.


Del CAV di Alzano Lombardo mi ha sorpresa l'accoglienza che ho ricevuto da parte delle altre volontarie, la disponibilità e soprattutto la fiducia. Mi è stato lasciato fare un po' di tutto, dalla sistemazione del magazzino contenente i prodotti da donare alle madri all'assistenza nell'Ufficio di ascolto delle donne. Di questo magico luogo mi piace soprattutto il rapporto che si instaura tra noi volontarie e queste donne, un legame di fiducia che supera barriere di lingua, cultura,religione, opinione. Ho potuto rendermi conto di come questo Centro, che vive solo grazie alla provvidenza, rappresenti la vera libertà che cerca ogni donna che sta affrontando una gravidanza difficile: amo questa solidarietà femminile e umana che attraversa qualunque ostacolo, questo amore estremo per la vita, questa volontà di aiutare con il poco che noi possiamo fare.


Sono contenta che i vari casi non vengano considerati numeri, ma trattati con singolare umanità, sono contenta di come cerchiamo di presentarci da amiche offrendo consigli di vita e supporto oltre che aiuto concreto, sono contenta di respirare continuamente tutti i doni propri della donna: l'ascolto, l'accoglienza, la cura, l'attenzione al dettaglio, la dolcezza, lo spiccato intuito. Stimo profondamente le mie compagne, l'esperienza che si legge nei loro volti e nelle loro parole, il modo in cui danno tutte loro stesse senza essere minimamente ingenue: capiscono con un'occhiata quando l'interlocutrice mente o quando c'è qualcosa che non va, parlano chiaramente e con fermezza, intuiscono quando dall'altra parte non c'è la volontà di impegnarsi per un progetto di vita autonoma e responsabile. Sono il simbolo della donna forte che vorrei diventare.


Il fatto che le vite di queste persone siano custodite gelosamente dalle volontarie e che le più esperte tra noi spesso si mettano a disposizione per aiutarle anche al di fuoridell'orario del CAV è prova di una sincera volontà di aiutare il prossimo, derivata dall'attaccamento alla vita e dall'attenzione alla dignità dell'uomo. Anche se non è da molto che sono volontaria, il CAV mi sta già dando moltissimo soprattutto a livello di maturità e crescita personale. Sto imparando tantissime cose, soprattutto mi sto rendendo conto di quanti problemi debba affrontare una famiglia (sempre più abbandonata dallo Stato), e di quante persone in difficoltà ci siano sul nostro territorio. Sto riuscendo a non lamentarmi troppo dei miei piccoli problemi personali ricordandomi sempre la forza di una giovane donna con una storia terribile alle spalle, la quale però esibiva davanti a noi un sorriso a 32 denti, facendo ridere l'angioletto dai capelli d'oro che teneva stretto tra le sue braccia. Ricordo che rimasi stupefatta leggendo la sua scheda personale, tanto che mi chiesi se la donna descritta e quella che mi stava di fronte fossero la stessa persona. Continuerò quest'intensa esperienza tenendo sempre a mente una citazione che è diventata il motto di questa piccola grande famiglia: "Se si salverà anche solo un bambino, il CAV avrà esaudito il suo compito".

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